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Showing results for tags 'malossi'.
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Ciao a tutti, sono in procinto di rifare il motore ad un ape web 50. Il proprietario viene da me e dice: "il cambio è rotto". Prendendo l'occasione rifarò anche il gt. La causa dei problemi al cambio era il cestello frizione che toccando sui parastrappi, non faceva funzionare la frizione rendendo difficile l'inserimento delle marce. Le cause delle scarsissime prestazioni erano 4 scaldate ad un incrostatissimo 130 polini di scatola e questa particolare alimentazione... 🤦🏻♂️ Il nuovo gt sarà un 132 malossi, sempre al carter. A questi procederò a correggere e migliorare aspirazione e travasi. Al cilindro ho solo lucidato lo scarico
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Buongiorno ragazzi.. rieccomi dopo non poco tempo che non mi vedevate qui 😅 A seguito di un motore non proprio adatto a me e ad una grossa perdita di olio da sistemare ho deciso di riaprire il blocco della mia special.. basta 75 e 102 per il momento.. farò il mio primo corsa lunga.. L idea di partenza era il solito, visto e stravisto 130 polini.. poi confrontandomi con altri ragazzi del forum, abbandonata l idea del 130 dr alluminio, ho guardato al 132 malossi in ghisa.. a detta loro e di altri feedback trovati in rete sembra proprio cio che mi serve.. grande coppia e qualità come Malossi ci ha sempre abituato.. Avendo la possibilità di montarlo sia lamellare al gt che a valvola, pensavo di allestire un motore che possa funzionare in entrambe le versioni all occorrenza.. e tra l altro ho letto su un altro forum che sembra funzionare meglio con albero normale rispetto allo spalle piene.. Sto cercando un motore affidabile da utilizzare prevalentemente in montagna e per svago.. No espansioni, casini strani o altro.. un motore da fare ora e riprendere per mano il piu tardi possibile.. Ho trovato un 132 malossi con collettore lamellare al gt dedicato a una cifra al di poco allettante a pochi passi da casa e a giorni vado a vederlo.. Albero devo valutare un attimo cosa fare.. Ho un accensione hp che monto attualmente, cambio originale, pensavo a una 27/69 che eventualmente posso allungare se serve.. polini a banana o proma / siluro fatta da me anti sgamo.. Carburatore son indeciso su che diametro stare.. avrei un 24 phbl ma è attacco rigido ... A voi la parola e consigli su fasature e accorgimenti da adottare! Grazie!
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Ciao a tutti, questa discussione la creo per tener conto degli sviluppi al mio primo motore su vespa. A fine giugno ho trovato una bella pks con forca zip ad un prezzone, portata a casa e aperto il motore. Montava già un m1 d56 di scatola con 24 phbl e lamellare polini, cambio full falc e fabbri fb45, vtronic e quella che sospetto sia una espansione md racing 130 lr pk. Ai travasi ho solo rimosso gli scalini, e ripulito i travasi. Da @Turbo99ho imparato a fare gli scarichi di un tipo, e quello ho fatto. Purtroppo non ho foto. Ai carter ho fatto un gran lavoro di sdremellamento Alle sacche ho cercato di dare più passaggio possibile tenendo conto degli ingombri del pistone Alimentato il tutto con lamellare parmakit cr85 (grezzissimo di fabbrica) e fedelissimo pwk 30 koso. Rapportatura precedente: 1a z56, 4a z48 con cluster originale e 25-72 Rapportatura attuale: 4a z46 piaggio e cluster DRT 18-20 e 25-69 Il motore è poderoso, incazzato il giusto e godibile ai bassi. Bella coppia anche grazie alle fasi 125-185 e alla marmitta piccola. Velocità segnate da tachimetro zip: 1a 60kmh 2a 80kmh circa 3a 105 kmh circa 4a oltre 120 (?) In vista di un giro dalle mie parti con il Turbolento ho montato ventola vespower e adesso fischia per davvero! Dopo il video ho ingrassato a dovere VID-20231024-WA0105.mp4
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Ciao a tutti ragazzi, oggi vi mostro il nuovo motore che sto preparando per la mia Blulady (et3). Ho deciso di fare questo motore poiché l’Et3 originale va piano, troppo piano.......ma devo anche ammettere che mi manca troppo lavorare un pezzo di ghisa per farlo andare forte, e quindi ecco la configurazione: -Cilindro malossi ghisa 57,5 mk4 -collettore lamellare al cilindro mrt d30 -albero tameni spalle piene d83 b97 -vhsh 30 -27/69 cestello e parastrappi fabbri -cluster malossi 10/15/18/20 -frizione monomolla 4 dischi rivista -accensione 6 poli hp con ventola in alu -marmitta Duccio Al cilindro toglierò gli scalini alla base dando la stessa forma dei lanci, pulirò le luci interne del cilindro(che sono un po’ troppo rivide per i miei gusti), cercherò di migliorare l’ammissione al cilindro, scarico interno 40mm cordali con forma a trapezio ed esterno 32 tondi, squish 1/1,1mm. Fasi questa volta non esagero anche se la marmitta lo permetterebbe.........quindi mi manterrò sulle 125/185, dando forse un pelo più di scarico. Come obbiettivo mi son prefisso i 130kmh in quarta(10000 giri) e mantenere medie alte(90/100kmh) senza particolari sforzi o surriscaldamenti. Ora un po’ di Fi.....foto:
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Preparazione della Vespa La Vespa in questione è una 50N del 1969 di recente acquisto, ex proprietario un amico carrozziere, si presenta marciante e in ottimo stato, la carrozzeria è stata verniciata di un blu metallizzato, non originale ma molto bello a mio avviso, e i cerchi di un vistoso color oro, cosa di cui mi occuperò i prossimi mesi per riportarli al grigio classico Piaggio. Nel procedimento di restauro l’amico ex proprietario ha provveduto a rinforzare il telaio nei classici punti di rottura, visto che il motore monta gruppo termico Malossi ultima versione con ammissione lamellare al cilindro MRT, e tutta la restante componentistica Falc, pezzi di prim’ordine che mi hanno convinto nell’acquisto a un prezzo più che vantaggioso. La 50 non è però perfetta, i comandi al manubrio sono duri all’azionamento, manca il bloccasterzo e l’impianto elettrico non è collegato, inoltre si rileva una fastidiosissima vibrazione a un certo regime di risonanza, intorno ai 6000 giri al minuto, che spacca i timpani più dello scarico a espansione realizzato su specifiche del motore in questione da MD Racing. L’assetto conta su un posteriore leggermente rialzato con ammortizzatori di pessima fattezza, dietro duro come un bastone, davanti morbido come il burro. Come se non bastasse monta pneumatici Michelin S1 3.00-10, gli addetti ai lavori ora si staranno toccando le palle. Diciamo che anche grazie a questo assetto sgraziato il vecchio proprietario non ha mai grippato, perché i 50km/h in questa maniera sono veramente pericolosi da supere. La carburazione infatti risulta completamente fuori, grassa di minimo e magra di passaggio e massimo. La sella è una piaggio originale 2 posti a molle, perfetta per aprire letteralmente il culo in due, ma per me che non ho questa ambizione risulta giusto un pelo scomoda. Come se non bastasse la frizione tende a slittare e non stacca bene. L’assetto che vado a realizzare cerca di ammorbidirla al posteriore e di spostare il baricentro all’avantreno, unico modo a mio avviso di rendere guidabili anche in curva i telai smallframe e non solo. Sella Nisa monoposto, con due Audax 500km delle Marche alle spalle, modello unico sia per largeframe (PX e similari) che per smallframe (50, Primavera, PK e similari), esteticamente leggermente abbondante ma molto comoda, seduta bella larga e giusta durezza della spugna, testata, una garanzia. Ammortizzatore posteriore Sip a gas, con prolunga da 3.5cm, settato tutto morbido sia di precarico che di estensione, non una prima scelta in questo caso, ma questo ho in garage e questo monto. All’anteriore lascio quello scarico originale che ci avevo trovato installato, il fatto che la parte oleodinamica sia completamente fuori uso lo rende molto morbido nell’assorbimento ma soprattutto morbido nel ritorno, ovviando al grave problema degli ammortizzatori di fascia medio bassa, ovvero di dare bastonate sui polsi e di far saltare letteralmente l’avantreno in fase di estensione. La scelta delle gomme ricade su pneumatici Unilli mescola soft sia all’anteriore che al posteriore, non troppo gonfie, privilegiando l’assorbimento delle asperità della strada piuttosto che la precisione in curva, non vado infatti a fare le corse, ma “un’allegra passeggiata”. Cablo l’impianto elettrico dall’accensione, derivata da una Vespa HP, all’impianto originale, istallando un regolatore di tensione, luci a 12v e una H7 all’anteriore, che su questa parabola monta plug and play, come dicono quelli fighi, centrando precisamente con la resistenza della lampada il fuoco della parabola, ciò mi regala una luminosità a 360° costante dal parafango ad almeno 50 metri avanti, fastidiosa, è vero, per chi transita nel senso opposto di marcia, ma una garanzia per il pilota che non vuole farsi sorprendere da cervi o cinghiali, e chi più ne ha più ne metta, nelle buie notti appenniniche. L’autonomia del minuscolo serbatoio viene supportata da una tanica da 4,5L posta in mezzo alle gambe del pilota, fissata con delle corde elastiche agli occhielli installati sulle viti del cavalletto, quest’ultimo responsabile della fastidiosa vibrazione proveniente dal telaio. Risolvo applicando come mio solito una striscia di camera d’aria e del grasso intorno alla staffa che lo fissa, le orecchie ringrazieranno. Di fronte alla tanica sfrutto i fori filettati originali presenti nel telaio per installare un brutto ma alquanto comodo porta-barattolo-dell’olio realizzato con delle strisce metalliche preforate pieghevoli. Monto il bloccasterzo mancante, revisiono completamente il manubrio, smonto pulisco e ingrasso tutto ciò che lo riguarda per ammorbidire i comandi. Particolare cura la dedico alla sostituzione dei cavi e al controllo delle guaine. Sul tappo del conta chilometri applico una piastra con del velcro adesivo sopra, che mi sosterrà lo smartphone per tutto il percorso. Completa il corredo da viaggio il porta pacchi anteriore, che preferisco di gran lunga a quello posteriore per tre motivi: primo, mi permette di controllare la borsa a vista, scongiurando la perdita della stessa, secondo, posso tenere in borsa un power bank perennemente collegato al cellulare, e terzo, migliora il bilanciamento della Vespa spostando il baricentro in avanti. Cerco la migliore carburazione possibile ma ahimè gli spilli di cui dispongo (X2, X8, X9, X10) non sono adatti: o troppo grassa di passaggio o troppo magra. Bel problema considerando che il ricambista è in ferie. Ci vorrebbe una via di mezzo ma non ce l’ho, cerco di ovviare al problema scegliendo lo spillo migliore che ho e ingrassando di 5 punti il getto del minimo, confido nella sensibilità del mio polso destro visto che questi cilindri in alluminio non mi danno troppa fiducia, non concedono errori, rimpiango la buona e vecchia ghisa. Dedico particolare cura al circuito di raffreddamento forzato e alla frizione, che viene dotata di dischi Falc, con due infradischi in ferro e uno in alluminio. Rigenero inoltre il silenziatore di scarico visto che la lana di vetro contenuta è ormai logora e fodero il pozzetto che ospita il carburatore, sprovvisto di filtro, con della spugna Malossi sul fondo e sul cassettino porta oggetti forato. Preparazione del pilota Scarsa… ovvero per quello che avevo preventivato potevano anche andare bene due magliette e un pantalone neri -così si sporcano meno- pensavo, ma non avevo fatto i conti né con il ferragosto più torrido del millennio, né con l’allungamento del tragitto improvvisato alla sera. Ma ci arriveremo dopo. Camicia hawaiana e un pantalone corto per la serata, scarpe da ginnastica leggere con suola morbida per assorbire le vibrazioni della pedana, spazzolino e dentifricio, occhiali da sole. Mi premuro solo di portare con me una felpa e un pantalone lungo in caso di fresco sui tratti montuosi. L’idea Tutto inizia in una splendida e spensierata serata in quel di Serrapetrona, rifugio di Manfrica. La serata organizzata dallo staff del Montelago Celtic Festival prevede concerto e notte in tenda. Conosco qui un ragazzo e una ragazza con i quali trascorro gran parte del tempo e stringo amicizia, lei è siciliana, lui umbro, di Narni. Ci salutiamo l’indomani con la promessa di rivederci, magari proprio in quel di Narni, uno dei borghi più belli del centro Italia. Non dista molto da casa mia, Osimo in provincia di Ancona, sono circa 200km. Da qui l’idea: e se andassi in Vespa? Renderebbe tutto molto più divertente, prenoterò una notte nei dintorni e il giorno successivo rientro a casa. Perfetto!
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Ciao raga negli ultimi giorni ho comprato un 132 malossi in ghisa nell'ape... Lo montero con 24 al carter con la valvola, Albero tameni anticipato Rapporti 24/72 Volano alleggerito a 1.8 kg Carter raccordati al cilindro. Per tirare tutte le marce mi consigliate un cluster con la 4° corta? La marmitta cosa dovrei mettere? premetto che voglio molta ripresa ma anche qualche giro in più agli alti... 85km/h ci arrivo? Grazie mille attendo risposte!
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Ciao ragazzi... Ho deciso di equipaggiare il 200 rally del capo con un 221mhr rigorosamente a valvola con si26 e portare l impianto a 12v! Il motore verrà assemblato con tutti pezzi di recupero che avevo in garage per contenere al massimo la spesa. Cilindro e carter sono gli ex del Pipi alias Paolo Paletti. Il cilindro è nativo 57(quello che non andava) e verrà montato in 60 con un albero anni 80 90 che ho sistemato a dovere per l occorrenza. Marmitta ne farò una io, già provata tempo indietro su un altro mhr con risultati eccezionali. Verrà chiuso con una primaria 24 65 e z36 con crociera bombata fa italia, frizione cmx(già in uso sul motore originale), si26gr, accensione piaggio con volano elestart da 2kg. I carter avevano la valvola un po' rovinata, li ho ripresi con del fondo epossidico e devo dire che ha funzionato in quanto ho recuperato quei 5 centesimi che mi mancavano. (grazie @muttley) Il cilindro montato stok con spessore in testa fa 128 184. Questo cilindro era stato montato precedentemente in 62 ed al pmi ha lo scarico tutto abbassato. Mi riprovo con lo scarico piu basso di 1mm! La mia idea è lasciarlo così, al massimo sistremare la forma e portato a 186 ma non oltre. Albero chiude a 84 ed apre a 65 con una bilanciatura a ore 13 abbondanti. I valori ci son tutti per far si che venga fuori qualcosa di buono!! L albero in questione avrà una larghezza da 40mm, con tenute da entrambe le parti di 12mm. In origine non aveva i rasamenti percio, sfrutto l occasione di fare anche questa prova chiudendo l albero con un asse più largo. Allego un paio di fotine. Le foto che ho messo della marmitta sono della prima che ho fatto, provata sia su valvola che lamellare ed è molto simile alla bgm bbs modificata come prestazioni.
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Sul trofeo Malossi... 1 grazie per la bella gnocca 2 grazie per l'ottimo trampolino di lancio per nuovi ipotetici piloti di oggi e di domani. Sono un sacco di anni che Malossi investe in questi trofei per scooter e non ha mai smesso, sciapò.
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Ho finalmente iniziato il motore che mi dovrà accompagnare per la 1000Km Vespistica 2019. Dopo mille cambi di idee ho optato per un motore lamellare in C53 con albero a spalle piene. Come temica ho optato per un Pro Cup 2. L'unico motivo per cui ho scelto questo cilindro è stato perché ne ho trovato uno nuovo, mai montato, a circa 70€. Ho pensato che male che vada lo butto :-) Visto l'uso che ne farò, l'idea è di puntare tutto sui bassi e di prestare attenzione ai consumi, anche sacrificando in parte gli alti. Da qui la scelta del carburatore: un PHBL 22 strombato a 24. Il collettore lamellare sarà un VMC "base" da quattro soldi (che mi ha un po' fatto dannare per essere montato visto che così come esce da fabbrica sul carter 3 fori non ci entra). Per lo scarico ho optato per una Giannelli "fatta a Proma" con collettore maggiorato artigianale fatto da 2LTech. Come primaria ne monto una bella lunga: una 29/68 DRT con parastrappi rinforzato. Onde evitare di fermarmi agli 80 all'ora perché non riesco a tirare la quarta, monterò un cluster con quarta corta da 20. Così facendo la quarta resterà lunga come se avessi una 27/69 e cambio originale ma mi aspetto una migliore spaziatura delle marce. A tal proposito una domanda: qualcuno ha già provato il cluster Malossi con seconda lunga (un dente in più) e quarta corta da 20? Facendo due calcoli potrebbe essere una buona scelta ma mi piacerebbe avere qualche feedback diretto.. Terrò aggiornato il post con un po' di foto man mano che procedo con i lavori.
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Ciao a tutti,sono nuovo appena registrato,volevo condividere con voi alcuni schemi per impianti elettrici per ape 50 che ho fatto per adattare accensioni di tipo idm e fare funzionare tutto come da mamma piaggio lo ha concepito. Mi ero trovato in questa situazione quando avevo 15 anni e mi ero appena comprato la malossi Vespower perché quella originale ape 6 poli mi bruciava gli statore ogni 2 mesi...solo che nessuno sapeva collegare bene questa accensione all'impianto elettrico originale,dunque mi sono armato di voltmetro e pazienza e da lì mi sono fatto questo schema,una volta collegato sulla mia ho ripetuto lo stesso schema anche su api di amici e han sempre funzionato,una addirittura è stata collegata correttamente in Olanda . Qualora ci fossero dei problemi nei collegamenti non mi assumo nessuna responsabilità,inoltre vi invito a controllare sempre che il tipo di impianto elettrico che si ha all'ape sia lo stesso che ho negli schemi perché mi è successo un paio di volte che un telaio ape più nuovo montasse un impianto elettrico di uno precedente o viceversa. Consiglio di armarvi sempre di tester quando si prova per la prima volta per verificare di aver collegato tutto correttamente. Qualora anche voi abbiate schemi simili per altre accensioni o altri tipi di telai siete benvenuti a caricarli in questo topic,spero di creare una dispensa comune per aiutare persone in difficoltà con queste accensioni senza istruzioni di montaggio.
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Ciao A tutti, ho montato una accensione IDM (per l'esattezza polini) su un PK S con le frecce (versione in origine con accensione a 4 poli senza regolatore di tensione e impianto misto 6-12V) visto che sulle istruzioni la PK s non è neanche menzionata, sono andato per logica e ho collegato così: ACCENSIONE -------> TELAIO -Nero--------------------> Nero (massa) -Bianco-----------------> Giallo (fari) -Bianco-----------------> Blu (frecce) -Blu----------------------> Verde (Spegnimento) in parole spicce il bianco è il cavo dedicato alle utenze, con i 12v regolarizzati. dopo aver risolto vari problemi legati all'impianto progettato da uno sciatore del centr'Africa, mi ritrovo che i fanali da accesi non funzionano, o meglio diventa solamente rosso il filo di tungsteno della lampadina, nel momento che inserisco una freccia si accendono e vanno perfettamente, ho provato portare a massa direttamente il negativo dei fanali, staccare il relè, controllato tutte le masse del telaio, collegamenti vari, lampadine. niente da fare, fa luce solo quando di deve sterzare e si mette la freccia.... qualcuno con esperienze simili? grazie in anticipo!
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